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Il progetto TRANSWORLDS, che riunisce insieme oltre venti studiosi suddivisi in quattro unità di ricerca (Università della Tuscia, Università di Firenze, Università del Piemonte Orientale e Università di Trieste), aspira a promuovere una svolta nella ricerca condotta in Italia in rapporto agli usi del passato, concorrendo a una più generale evoluzione a livello internazionale degli studi, che mette in luce rischi e limiti di prospettive metodologiche identitarie incentrate sull’assunzione dei confini nazionali come unità d’analisi. TRANSWORLDS favorisce un sostanziale ripensamento delle esperienze culturali italiane come parte di un processo storico più ampio da cui scaturì, tra 1450 e 1914, una conoscenza globale del mondo inteso nella sua unità e pluralità. L’oggetto della ricerca sono le forme di conoscenza sul mondo, costruite a partire da concrete interazioni con regioni non europee e utili a orientarsi al loro interno, benché non esenti da errori, incomprensioni e distorsioni. Il progetto prende in esame la produzione di storie su regioni del mondo non europeo, lo studio di lingue non europee e le descrizioni di popolazioni non europee, le loro evoluzioni e il loro impatto d’insieme, mettendo in connessione esperienze generalmente avvertite come autonome le une dalle altre. Maturate a contatto diretto con contesti locali non italiani oppure a tavolino (ma la rigidità di questa distinzione è messa in discussione), quelle esperienze produssero un’ingente mole di scritture, disperse in molti archivi e biblioteche, e la formulazione di giudizi, categorie e teorie su una straordinaria varietà di società e terre esterne all’Europa. Il recupero di questo passato rimosso e del suo significato d’insieme getta le basi per mettere il sistema culturale italiano nella migliore posizione di fronte alle sfide della conoscenza globale che si trova oggi ad affrontare.

[Dal testo di presentazione del Prin 2015 “Translating Worlds”]